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Paesaggi etnomusicali tra Islam e Sicilia a Gibellina

Paesaggi etnomusicali tra Islam e Sicilia a Gibellina

Museo Trame Mediterranee GibellinaIl 30 marzo 2012 alle ore 17:00 sarà inaugurata a Gibellina (TP) presso la Fondazione Orestiadi, Museo delle Trame Mediterranee, Baglio Di Stefano, la mostra "Islam in Sicilia: un giardino tra due civiltà", ovvero l'edizione aggiornata dell'omonima mostra itinerante realizzata nel 2002 sempre dalla fondazione.

Tra le installazioni musltimediali anche "Paesaggi Etnomusicali tra Islam e Sicilia", un progetto di Mario Crispi, frutto di ricerche personali e di un lavoro di assemblaggio e similitudine tra vari sorgenti musicali delle tradizioni orali tra Sicilia e Maghreb.

Riportiamo dalla scheda di presentazione del progetto artistico:

"La ricerca etnomusicologica in Italia ha prodotto, a partire dai primi del '900, una sempre maggiore quantità di materiali rilevati sul campo. Dalle raccolte di canti di Giuseppe Favara (tra i primi ad realizzare un campionario di trascrizioni dai canti di tradizione orale) alle ricerche condotte da Elsa Guggino con il Folkstudio di Palermo e da vari studiosi come Alan Lomax e Diego Carpitella, sino ad arrivare ai nostri giorni con tanti giovani e preparati etnomusicologi, è stata raccolta una moltitudine di materiali sonori nell'ambito delle tradizioni orali della Sicilia. A questo corposo archivio di registrazioni fa da contraltare negativo, purtroppo, la carenza di ricerche analoghe nelle tradizioni etnomusicali dell'area maghrebina e del nord Africa in genere. Fatte salve alcune registrazioni effettuate nel 1968 da Diego Carpitella e alcune ricerche condotte dal mondo scientifico francese, poco ci è dato di sapere delle forme sonore, e di conseguenza delle sue analisi musicali, su queste tradizioni. Ma pur da questa esigua consistenza, anche ad un superficiale ascolto, salta subito all'orecchio la similitudine musicale, con le opportune differenze, tra alcuni aspetti del mondo sonoro siciliano ed i rispettivi del mondo sonoro maghrebino.

L'obiettivo di questa istallazione sonora è quello di creare dei suggestivi paralleli acustici tra le due aree, a testimonianza delle persistenze di probabili forme musicali, date non solo dalla vicinanza geografica ma anche dagli scambi culturali più o meno latenti che nel corso dei secoli sono avvenuti in Sicilia.

Come non scorgere, quindi, la stessa radice sonora, metrica ed accentale tra alcuni ritmi dello "Stambali" tunisino e la "danza delle spade" del "Taratatà" di Casteltermini o dei vari tipi di "ballittu" per ciaramella siciliana e tamburello della provincia di Messina; o ancora tra il canto del cammelliere beduino e il canto del carrettiere di Villabate, tra il grido del venditore di succo di palma di Thozeur e l'abbanniata del venditore ambulante di Bagheria."

I materiali sonori utilizzati sono estratti dalle seguenti ricerche e pubblicazioni:

  • ricerca di Diego Carpitella effettuata in Tunisia nel 1968 (conservate presso la Discoteca di Stato),

  • varie pubblicazioni realizzate dall’Archivio del Folkstudio di Palermo inerenti il repertorio dei canti del lavoro e della tradizione orale siciliana,

  • pubblicazione dell’UNESCO “Algeria: Music of Gouora”

  • ricerca personale del curatore sulle abbanniate dei mercati di Palermo del 1990.

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